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Patuelli sugli effetti negativi delle disposizioni BCE

Il Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) è stato questa mattina ospite di un forum organizzato dall’agenzia di stampa ANSA, e le previsioni sugli effetti delle ultime disposizione BCE non lasciano margini di ottimismo.

Se non vengono corrette, secondo Patuelli, le ordinanze avranno forti effetti negativi, soprattutto sulle piccole e medie imprese. Abbiamo accennato alle iniziative della Banca Centrale Europea parlando delle sue conseguenze disastrose sui titoli bancari a Piazza Affari, ma entriamo ora più nel dettaglio.

La BCE ha istituito un programma piuttosto rigido per affrontare il problema delle sofferenze bancarie (Non Performing Loans), questione che, come ben sappiamo, è particolarmente acuta nelle banche italiane. Con decorrenza da gennaio 2018 le banche dovranno garantire una copertura del 100% sulla perdita potenziale che riguarda i prestiti deteriorati non garantiti e non sono sostenuti da collaterale dopo due anni (i prestiti unsecured), e dopo sette anni per i crediti a rischio garantiti (i secured).  Formalmente non si tratta di un’imposizione, ma gli istituti di credito “sono tenute a spiegare eventuali deviazioni” e a presentare ogni anno un rapporto di conformità.

A queste disposizioni si è però aggiunto un addendum che riguarda i nuovi crediti deteriorati passati da performing a non performing: le linee guida che abbiamo spiegato sopra riguaderà anche questi, senza considerare la precedente classificazione, fermandosi appunto alla definizione attuale di “non performing”.

Patuelli sottolinea che “negli ultimi mai abbiamo constatato un forte crollo dello stock delle sofferenze bancarie, calate da fine dicembre 2016 e agosto 2017 del 23%, un dato rilevante”, che però non sembra essere stato tenuto in considerazione dalla BCE.

Lo stato, secondo il Presidente deve dismettere le proprie quote, ma le scadenze imposte da Francoforte sono così a breve termine da determinare il rischio di una svendita, più che di una vendita. Un futuro preoccupante quello profilato da Patuelli, che prevede ulteriori chiusure di sportelli in aggiunta alle non poche avvenute negli ultimi anni.

Il target da perseguire sarebbe quello di riportare i nlp ai livelli ante crisi, cioè quelli del 2007: solo raggiungendo quelle quote è possibile che le banche escano dalle difficoltà in cui si trovano attualmente.