Sono sempre di più le segnalazioni che riguardano maxiconguagli a dir poco sospetti di bollette luce e gas, tanto che la stessa Federcontribuenti ha deciso di pubblicare un vademecum che spiega come affrontare questa spesa improvvisa nel caso in cui si sia assolutamente sicuri che il valore riportato non corrisponda a dati reali.
Maxiconguaglio bollette, dal 2018 la prescrizione è di 2 anni
Partiamo da un antefatto: la Legge di Bilancio 2018 a partire dal marzo di quest’anno impedisce ai fornitori di gas e luce di rincarare le fatture per conguagli superiori ai due anni. Fino al 2017 infatti il conguaglio poteva riguardare tutto il lustro precedente, mentre oggi dopo 48 mesi ogni tipo di conguaglio cade per legge in prescrizione.
Nonostante ciò, pare che alcune compagnie, per quel che riguarda le fatturazioni di giugno e luglio abbiano deciso di fare – come si suol dire – orecchie da mercante, imponendo lo stesso maggiorazioni anomale che alcuni utenti hanno deciso di contestare.
Pertanto, nel caso in cui si riceva questa brutta sorpresa anche sotto l’ombrellone, è necessario attivarsi affinché il conguaglio venga ricalcolato sulla base degli ultimi due anni e non degli ultimi cinque.
Reclamo conguaglio bollette luce e gas: ecco come fare
Prima di tutto, la voce relativa alla maggiorazione deve essere trasparente e facilmente discernibile dalle altre presenti in fattura, così come devono essere chiaramente espresse le motivazioni del conguaglio e il periodo di tempo per il quale questo si applica nonché, ovviamente, l’esatto in porto da pagare in più rispetto a quello della fattura.
Nel caso in cui l’utente ritenga con ragionevole certezza di essere vittima di un errore, questo è l’iter da seguire per presentare reclamo:
- Contattare l’azienda fornitrice a mezzo di lettera raccomandata o PEC con comunicazione di avvio della procedura di contestazione;
- Per legge, il cliente dovrà ricevere risposta entro 40 giorni, e con buona probabilità il reclamo verrà rigettato;
- Il cliente dovrà allora segnalare il tutto all’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, la quale provvederà a farsi da tramite fra consumatore e azienda per trovare una conciliazione entro 30 giorni.
Per importi inferiori ai 2.500 €, la procedura di reclamo può anche essere affidata a un qualsiasi Giudice di Pace.