Iniziato oggi a Los Angeles il processo al Medico personale di Michael Jackson accusato di omicidio volontario. Il medico è accusato di aver tenuto un atteggiamento negligente e di aver somministrato una doppia dose di Propofol, un potente anestetico alla rock star americana.
Al via oggi il processo contro il medico di Michael Jackson, Conrad Murray accusato di omicidio volontario. Sembra, secondo l’accusa, che il medico abbia somministrato a Michael Jackson una dose eccessiva di anestetico, talmente forte da causarne la morte il 25 Giugno 2009. Secondo il Pubblico Ministero David Walgren, Murray avrebbe agito svariate volte in maniera inopportuna, non solo nel momento esatto della morte della rock star. Inoltre secondo il pubblico ministero Murray sarebbe stato al telefono cellulare mentre somministrava l’anestetico a Michael Jackson. E sempre secondo l’accusa, il medico non avrebbe chiamato i soccorsi, e avrebbe impedito al resto degli occupanti della casa di farlo, non prima di 30 minuti dal ritrovamento di Jackson in condizioni di incoscienza. Murray avrebbe scoperto il malore della rock star intorno alle 11.56 del mattino, ma la telefonata al 911 sarebbe partita, anzi lo è con certezza, alle ore 12.20.
E Murray come si difende? I suoi legali puntano su un altro tipo di ricostruzione. Secondo la difesa infatti, Michael Jackson avrebbe preso una seconda dose di Propofol approfittando di un momento di assenza del medico personale. Il medicinale è stato trovato nello stomaco di Michael Jackson durante l’autopsia. Quello che di sicuro non trona in questa vicenda è proprio la presenza del Propofol. Infatti si tratta di un potente anestetico che viene somministrato in dolorosi casi post operatori e solitamente solo in endovena, difficilmente in pastiglie. Inoltre si tratta di un medicinale che non viene mai somministrato al di fuori di una struttura ospedaliera. Murray avrà diverse cose da spiegare.