Alla vigilia della festività del Sukkot, Israele ha finalmente appreso che dopo diversi anni di trattative, Gilad Shalit, il soldato rapito e tenuto in isolamento da parte di Hamas dal giugno 2006, è stato liberato in cambio del rilascio di un migliaio di prigionieri, così come stabilito dal governo di Ehud Olmert, che ha per primo iniziato a negoziare con Hamas. E’ il più alto prezzo che Israele abbia mai pagato per un solo soldato. Com’era prevedibile, delle grandi celebrazioni sono scoppiate in Cisgiordania e a Gaza. Ma gli israeliani, ad eccezione di un piccolo gruppo, hanno protestato contro la famiglia di Shalit a Gerusalemme.
L’accordo prevede che circa 450 prigionieri palestinesi verranno rilasciati in una prima fase, 550 in un secondo momento. Dei 450, 110 saranno rilasciati in Cisgiordania e a Gerusalemme, 163 saranno deportati a Gaza, 40 saranno deportati fuori dal paese, mentre il resto torneranno a Gaza. Negli anni di tortuosi negoziati, che hanno portato a questo accordo, Israele ha insistito sul fatto che dovessero essere rilasciati un numero maggiore di prigionieri, molti dei quali erano in carcere per omicidio.
Per quanto riguarda il secondo turno di liberazione di 550 prigionieri, Israele deve scegliere chi liberare, anche se sarà necessario includere tutti i prigionieri donne o i minori, mentre nella prima fase saranno liberati anche personaggi importanti per Israele stesso. Il governo militare egiziano ha giocato un ruolo importante nella mediazione dell’accordo. Nonostante la grande concessione di Hamas sulla liberazione di diversi capi di Istraele, molti abitanti di Gaza considerano questa decisione e questo accordo come un grande trionfo.