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Arrestato l’uomo che fornì l’esplosivo per gli attentati mafiosi contro Falcone e Borsellino

Dopo circa 20 anni, è stato arrestato il responsabile che procurò alla malavita l’esplosivo per le stragi di mafia compiute tra il 1993 e il 1994. L’uomo avrebbe fornito all’incirca 1.300 kg di tritolo che sarebbero serviti per l’attentato di Capaci, per quello di via D’Amelio e per altri compiuti tra Roma, Firenze e Milano.

Ricordiamo che l’attentato di Capaci costò la vita al giudice antimafia Giovanni Falcone, a sua moglie e a tre uomini della scorta e, nell’attentato di via D’Amelio morì Paolo Borsellino, amico e collega di Falcone. L’uomo in questione è il 57enne Cosimo D’Amato, pescatore siciliano residente a Santa Flavia, piccolo centro della provincia palermitana. L’uomo senza alcun precedente penale nei confronti della giustizia è però cugino di primo grado del boss palermitano Cosimo Lo Nigro, già condannato per le suddette stragi. Il pescatore è stato arrestato dal centro operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Firenze secondo l’ordinanza del gip del Tribunale di Firenze.

L’accusa contro D’Amato è stata mossa dal collaboratore di giustizia Spatuzza, ex braccio destro dei boss di Brancaccio, che nel verbale esposto durante i processi ha illustrato le dinamiche precise per il reperimento del materiale esplosivo. Il pescatore, secondo quello che si legge nel verbale, avrebbe fornito in modo continuato la cosca palermitana recuperando l’esplosivo da residui della seconda guerra mondiale caduti in mare. Le bombe venivano, infatti,  prelevate da pescherecci per poi essere portate a largo di Santa Flavia e, all’occorrenza utilizzare l’esplosivo interno.