La biografia ufficiale di Steve Jobs esce oggi, sul Corriere della Sera il suo biografo Walter Isaacson spiega la concezione e le paure che il visionario aveva nei confronti della morte e dell’aldilà. Prima di tutto sembra che la scelta di non utilizzare tasti di accensione per i propri prodotti, dove è stato possibile, derivi dal fatto che per Steve Jobs la vita è come un interruttore, prima è impostato su on e ad un tratto si passa ad off senza possibilità di ritorno. I timori sulla vita ultraterrena di Steve Jobs lo hanno attanagliato per tanto tempo, sembra quindi che il dubbio di non avere un seguito in un altro mondo sia una delle preoccpazioni di un grande uomo come lui.
Questi pensieri saranno contenuti nella biografia ufficiale di Steve Jobs, che ricordiamo esce oggi e dalla quale abbiamo già estrapolato alcuni brani interessanti (leggi qui), comunque sia i dubbi riguardo la morte non appartengono quindi solo a chi fatica ad arrivare a fine mese, così come nella vita anche nella morte tutti gli uomini diventano simili, l’esempio ci arriva proprio da uno come Steve Jobs che sembrava avere in pugno il mondo con una multinazionale inaffondabile come Apple. Il suo biografo racconta che il dilemma di Jobs sulla morte non era in via definitiva una vera e propria paura ma più che altro un affascinante interrogativo, tutti questi dubbi e riflessioni sono arrivati in corsa durante la scrittura della biografia, quando la malattia ormai cominciava a marciare spedita verso il punto di non ritorno.