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Bitcoin, l’hard fork non si farà

È passato meno di un mese da quando i bitcoin hanno sfondato la soglia di 5.000$ che già la criptovaluta ha raggiunto il nuovo record di 7.897,06$.

Il balzo, seguito poi da una flessione a 7.114,26$, è stato dovuto al congelamento dell’hard fork in programma per il 16 novembre. Blocco, tale è stato definito, che però parrebbe un modo cauto per comunicare che non si farà più.

L’hard fork, chiamato SegWit2x, altro non sarebbe stato che una nuova catena di blocchi in grado di rendere le operazioni in bitcoin più veloci e ancora meno costose. Un balzo tecnologico in avanti, da un lato, ma dall’altro appare chiaro che la reale volontà degli sviluppatori fosse quella di sostituire la blockchain “madre” e creare così nuovi bitcoin che avrebbero sostituito di BTC che conosciamo.

Notizia deludente forse per qualche investitore che aveva annusato possibilità di lauti guadagni: con la scissione infatti molti exchange avrebbero garantito al momento della biforcazione nuovi bitcoin tanti quanti erano quelli già posseduti.

BTC e hard fork: le ragioni del blocco

La conseguenza più allarmante sarebbe stata la totale devalorizzazione di BTC, mentre il futuro della nuova criptovaluta sarebbe rimasto incerto e avvolto nel dubbio: è tuttavia difficile immaginare quotazioni al livello di quella originale, e ancor più ipotizzare la fiducia degli investitori trasferirsi dalla solidità di BTC alle incognite di una nuova valuta digitale. Il progetto insomma sarebbe risultato poco credibile e, supponiamo, destinato ad un flop.

Senza considerare che far fuori, per così dire, BTC è in questo momento quanto mai dura: è stato infatti da poco annunciato il lancio del future entro poche settimane da parte del mercato azionario di Chicago, novità che avvicina alla nuova finanza anche gli investitori più tradizionali.

Insomma l’interesse e la fiducia dal basso, come si usa ora dire, verso l’ hard fork è passato rapidamente dalla curiosità al dissenso, fatto che ha indotto gli sviluppatori ad abbandonare l’aggiornamento.

Lo stesso Mike Belsh, ideatore del progetto, ha dichiarato che “proseguire su questa via potrebbe scindere la comunità e rappresentare una battuta d’arresto per la crescita del Bitcoin. E questo non è mai stato l’obiettivo di Segwit2x”.