Edizione di sabato 23 Novembre 2024 | Home - Redazione - Disclaimer - Cookie Policy e Privacy Policy

Cgil attacca McDonald’s. Elsa Fornero difende il colosso del Fast Food

mcdonalds

L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. 3.000 nuovi posti li mettiamo noi”. Sono queste le parole della campagna pubblicitaria dell’asso del Fast Food, McDonald’s. La Cgil, però, non ci sta e attacca il colosso della ristorazione. “Utilizzo strumentale e mercificazione di uno dei principi fondamentali dell’ordinamento repubblicano, il primo articolo della nostra Carta Costituzionale, derubricato a mero slogan pubblicitario”. È questa l’accusa mossa dalla Federazione dei lavoratori del commercio della Cgil che butta giù la campagna pubblicitaria, sostenendo che McDonald’s Italia si è “sottratta al confronto sul contratto integrativo aziendale e non ha relazioni sindacali nazionali, che risultano pressoché inesistenti”.

Inoltre continua la Cgil: “ Il tema della qualità occupazionale in McDonald’s, non altrettanto pubblicizzato, è da anni uno degli assi portanti delle rivendicazioni sindacali, l’80% dei lavoratori, infatti, ha un contratto a tempo parziale di poche ore settimanali e, questo non per scelta loro, con obbligo di prestare servizio in orario notturno e festivo”. A queste accuse risponde la multinazionale del Fast Food che parla di “critiche fuori luogo”, sottolineando, invece, il fatto che molti lavoratori abbiamo un contratto a tempo indeterminato. Aggiunge, poi, l’amministratore delegato di McDonald’s Italia, Roberto Masi: “McDonald’s crede in questo Paese, per questo investe, nonostante la difficile situazione economica. Molti contratti sono part-time, una modalità molto utilizzata nel settore ristorazione, assolutamente a norma di legge, e che per alcuni può essere un’opportunità, come ad esempio per gli studenti-lavoratori, che rappresentano il 30% della nostra forza lavoro”.

A difesa di McDonald’s si schiera, infine, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che ospite di Radio Capital, dice: “Mi piacciono tutti gli imprenditori che cercano fattivamente di creare posti di lavoro. Tutti preferiscono un lavoro a tempo indeterminato ma le circostanze sono difficili ed è difficile che gli imprenditori, in una situazione di grande incertezza, assumano con questa forma. Anche un lavoro a tempo determinato è meglio dell’assenza di lavoro”.