Il Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha intenzione di aprire un’inchiesta internazionale su Pyongyang, Corea del Nord, sui diritti dei suoi cittadini. Delle indagini verranno effettuate sulla base del sistema di prigioni politiche che opera oramai in questo paese da più di 50 anni. Pyongyang insiste sul fatto che i campi di concentramento non esistono e sono solo una propaganda straniera, ma l’avvento dell’alta risoluzione e le immagini provenienti dallo spazio hanno smentito tale affermazione.
Il 18 gennaio, il sito web North Korean Economy Watch ha annunciato che è stato identificato un nuovo campo a fianco dell’esistente centro di detenzione a Kaechon, nella provincia sud di Pyongan. Delle recenti immagini fornite da Google Earth hanno permesso di concludere che il nuovo campo si trova di fianco al campo 14 e dispone di una recinzione perimetrale che si estende per quasi 13 chilometri. Questo impianto dovrebbe essere stato costruito nel dicembre 2006.
Il recinto è dotato di due posti di blocco e sei posti di guardia, mentre si vedono anche un certo numero di alloggi e uffici. Inoltre, al suo interno sembra esserci anche una miniera di carbone, anche se forse non operativa.
Pochissimi nordcoreani sono riusciti a fuggire dai campi di prigionia e uscire fuori dal paese, ma quelli che lo hanno fatto, raccontano di terribili sofferenze. I detenuti, che possono essere imprigionati per tutta la vita, fino a tre generazioni, sono costretti a sopravvivere mangiando ratti e raccogliendo chicchi di mais dai rifiuti di origine animale. Gli attivisti dicono che ben il 40 per cento dei detenuti muoiono di malnutrizione, mentre altri soccombono alle malattia, alle violenze, alle torture, agli abusi da parte delle guardie o a causa del lavoro, dato che uomini, donne e bambini sono costretti a lavorare fino a 16 ore al giorno in condizioni pericolose, spesso nelle miniere. Chiunque venga mandato in un campo di lavoro in Corea del Nord è probabile che non esca mai più.
Secondo le ultime novità, sembra che Google Earth abbia fornito una luce nuova sul sistema dei campi di concentramento in Corea del Nord. Grazie a delle migliori immagini satellitari, è possibile per gli ex prigionieri identificare la loro caserma e le case, oltre che altre cose che ci sono nei campi.
Quando il nuovo leader, Kim Jong Un, era salito al potere, c’erano delle speranze che ci fossero stati dei nuovi e positivi cambiamenti nella situazione dei diritti umani. Ma un anno dopo che egli è diventato il nuovo leader supremo del paese, non si vedono segni di miglioramento, anzi, il ragazzo usa un pugno di ferro decisamente grande.