Nella giornata di oggi l’Istat, davanti alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato a Palazzo Madama sulla Nota al Def, ha dichiarato che in Italia la propensione all’evasione fiscale ha portato a un gap tributario di 107,7 miliardi di euro, riferiti al triennio 2012-2014.
Ad eccezione della quantificazione delle mancate riscossioni purtroppo la notizia non ci stupisce: l’Italia è ultima in Europa in tema di tasse, essendo il Paese con la più alta differenza tra IVA dovuta dai contribuenti ed IVA effettivamente versata. Da ieri, come abbiamo visto parlando della caccia ai patrimoni all’estero, si prevedono rientri consistenti nelle casse del fisco: coloro che hanno accumulato conti, proprietà, e in generale capitali all’estero dovranno rimborsare la frode perpetrata ai danni dello Stato. Ma la domanda che nasce spontanea è se questo provvedimento basterà a risolvere il problema o se sarà solo un tamponamento insufficiente.
Il presidente Istat Giorgio Alleva ha dichiarato che l’ammontare di 107,7 miliardi è così composto: “97 miliardi di mancate entrate tributarie e 10,7 miliardi di mancate entrate contributive”. Aggiunge che “la perdita di efficienza dovuta al sommerso economico è pari a 5,3 punti percentuali”; una percentuale altissima, quindi, di attività che sfuggono al controllo e alla rilevazione della pubblica amministrazione, contribuendo a creare l’enorme buco di riscossioni.
Gli interventi fiscali in programma
Dal canto suo, il Senato da espresso tramite un documento pubblico l’intenzione di Dal lato “introdurre misure volte ad accrescere la fedeltà fiscale e a ridurre i margini di evasione ed elusione, in particolare in ambito IVA, in linea con la strategia di bilancio attuata negli ultimi anni”.
Tra i provvedimenti che verranno presi dal fisco emergono soprattutto le “modifiche alla voluntary disclosure; l’introduzione degli indici sintetici di affidabilità fiscale in graduale sostituzione di parametri e studi di settore”, l’aumento della percentuale di tassazione applicata ad alcuni giochi leciti e l’adozione della web tax per il rientro fiscale dei patrimoni accumulati tramite e-commerce et similia dalle società multinazionali non residenti.
Nel documento si ribadisce inoltre la sollecitazione ricevuta dall’UE in merito alla reintroduzione dell’imposta sulla prima casa per chi ha un reddito elevato.