L’ISEE è un documento essenziale da presentare per ottenere bonus e agevolazioni fiscali, come ad esempio la detrazione dell’affitto per gli studenti universitari. Dal 2018 saranno perciò apportate alcune modifiche al fine di rendere la compilazione più semplice e veloce.
Dal 1° settembre 2018 entrerà ufficialmente in vigore la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) precompilata da INPS e Agenzia delle Entrate e Riscossione. Ciò significa che non occorrerà più autodichiarare i propri dati, ma questi verranno attinti dall’anagrafe tributaria direttamente dai due enti.
Nella prima metà dell’anno vedremo invece la DSU precompilata solo in fase sperimentale, mentre da settembre sarà obbligatoria per tutti. In questo modo non solo la prassi tributaria verrà facilitata, ma si ridurranno i tentativi di evasione fiscale, non di rado andati a buon fine a causa di false dichiarazioni o omissioni di redditi e patrimoni.
Tra i campi precompilati si troveranno:
- dati anagrafici
- numero dei componenti del nucleo familiare
- redditi della famiglia
- patrimonio mobiliare
- patrimonio immobiliare
DSU precompilata: cosa cambia per le famiglie?
Il primo vantaggio per le famiglie riguarda i tempi di rilascio dell’ISEE da parte del CAF o del commercialista. In genere infatti il documento viene elaborato per una decina di giorni, ma non sono rari i casi in cui si arrivi alle tre o quattro settimane, specialmente in momenti in cui migliaia di persone ne necessitano. Pensiamo, ad esempio, ai mesi di settembre o ottobre, quando l’ISEE serve per ottenere la riduzione delle tasse universitarie o borse di studio erogate dagli atenei.
In secondo luogo la precompilazione libera i cittadini dal doversi recare al CAF o dal commercialista più e più volte. Anche in questo caso, spesso mancano documenti, non si riesce a risalire a conti correnti privi di liquidità, e il rilascio dell’ISEE può tramutarsi in un iter senza fine. Con la DSU precompilata invece la maggior parte dei dati si trovano già sul modulo.
La precompilazione avviene sulla base soprattutto di quattro parametri: le precedenti dichiarazioni dei redditi, le agevolazioni e i bonus di cui si è usufruito negli anni, i dati dei patrimoni mobiliare e immobiliare e la giacenza dei conti correnti (ricordiamo, anche quelli senza liquidità).