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La Svizzera smantellerà le centrali nucleari entro il 2034

Il parlamento svizzero ha votato ieri per eliminare gradualmente le centrali nucleari dal paese, circa sei mesi dopo l’incidente di Fukushima in Giappone. La camera alta della Svizzera ha votato la proposta del governo di fermare le centrali nucleari dal 2034, in linea con la decisione presa dalla camera bassa, che aveva approvato la stessa proposta lo scorso 8 giugno. Sulla scia del disastro che è accaduto in Giappone il governo svizzero ha deciso di sospendere i piani per sostituire le sue centrali nucleari con delle centrali a maggior affidabilità, preferendo invece eliminarle in maniera graduale.

Sotto la raccomandazione del governo, il primo impianto che sarà chiuso sarà quello di Beznau I, nel 2019. A questa data seguiranno anche la chiusura di altri impianti sul territorio elvetico, secondo questo ordine: Muehleberg Beznau II nel 2022, l’impianto di Goegen sarà chiuso nel 2029 e, infine, nel 2034 sarà chiuso l’ultimo impianto, quello di Leibstadt.

Il governo ha previsto che una uscita programmata dall’energia nucleare potrebbe favorire lo sviluppo e la diffusione delle aziende che sono invece coinvolte nelle tecnologie verdi. Inoltre la questione potrebbe rilanciare l’occupazione e contribuire ad affrontare, tutto allo stesso tempo, la previsione aumento dei prezzi dell’elettricità in Europa. L’energia verde contribuirebbe infatti a tenere bassi i prezzi.

I calcoli iniziali stimano che il costo di ridisegnare le risorse energetiche del paese, compensati da misure volte a ridurre i consumi, costerebbe al paese svizzero una quota che varia da un minimo dello 0,4 per cento fino ad un massimo dello 0,7 per cento del prodotto interno lordo all’anno.