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L’agenzia di rating Fitch declassa l’Italia

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La fiducia nell’Italia cala sempre di più tra le società di rating, quelle cioè dedite all’assegnazione di valutazioni riguardanti la solidità e la solvibilità di una società emittente titoli sul mercato finanziario. E dopo Standard&Poor’s e Moody’s ora tocca a Fitch declassare il nostro Paese e far scendere il giudizio sull’Italia da A- a BBb+. Nonostante il giudizio fosse già sceso a livello BBB+, Standard&Poor’s ha comunque fatto sapere, in questi giorni, che le difficoltà politiche dell’Italia nel formare un nuovo governo, non condizioneranno il suo giudizio sul rating italiano.

Fitch ha, invece, giustificato il declassamento con le difficili condizioni politiche e con il caos post-elettorale in cui l’Italia si ritrova. L’Italia con il suo debito pubblico giunto ormai a quota 2mila miliardi, è tra i peggiori Paesi europei a livello di valutazioni (rating), dopo l’Italia troviamo solo l’Irlanda, l’Islanda, il Portogallo e la Grecia, che come sappiamo ha raggiunto un alto livello di crisi. Fitch nel confermare la sua decisione ha preso in considerazione non solo l’esito incerto delle elezioni, che non hanno portato alla formazione di un governo, ma anche i dati del quarto trimestre del 2012, che ha evidenziato come l’Italia stia facendo i conti con una recessione, che è tra le più profonde d’Europa.

Nonostante questo duro colpo, il ministro dell’economia Vittorio Grilli si è detto “fiducioso” per quel che riguarda l’andamento delle aste dei titoli e ha inoltre aggiunto: “ L’incertezza politica che è seguita alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio è parte integrante di un normale processo democratico. Confermiamo quindi la fiducia nel fatto che l?italia troverà la soluzione politica e proseguirà il processo di riforma in corso”.