Le inondazioni che stanno devastando la Thailandia non sembrano volersi fermare. L’acqua ha superato le barriere che erano state poste a protezione del secondo aeroporto più grande della capitale del paese, quello di Bangkok, fermando numerosi voli commerciali. L’inondazione dell’aeroporto di Don Muang, che è utilizzato principalmente per i voli nazionali, è uno dei più grandi problemi che il governo sta tentando di risolvere. La chiusura dell’aeroporto erode tra le altre cose la fiducia del popolo thailandese verso il primo ministro Shinawatra Yingluck e la sua capacità di difendere la metropoli composta da 9 milioni di persone.
Il Suvarnabhumi Airport, la principale porta d’accesso internazionale del paese, non è ancora stato colpito dalle inondazioni e i voli funzionano ancora in maniera normale. La maggior parte della città è inoltre stata risparmiata dalle inondazioni. Il ministero dell’Istruzione thailandese ha ordinato di chiudere tutte le scuole fino al 7 novembre.
Il primo ministro ha intanto tenuto un discorso relativamente al fatto che, nel peggiore dei casi, l’enorme pressione delle acque alluvionali spinte a valle verso la città potrebbe portare a delle alte maree entro la fine di questa settimana, dunque si lavora per rafforzare gli argini e proteggere la città. Il governatore di Bangkok, Suhumbhand Paribatra, ha detto che la capitale non potrà sfuggire alle inondazioni e ha avvertito i residenti dei 13 distretti lungo il fiume Chao Phraya di essere preparati.