Dopo mesi di bagarre in Camera e al Senato, dopo le “manine misteriose” e i proclami, la cosiddetta “Manovra del Popolo” finalmente è legge. Uno dei capisaldi della finanziaria di quest’anno è stato sin dal primo momento il tema delle pensioni, cavallo di battaglia dei leghisti durante la campagna elettorale che non hanno mai fatto mistero di voler superare in maniera rapida e netta la Legge Fornero.
Vediamo pertanto quali sono alcuni punti salienti della manovra in riferimento al sistema pensionistico.
Novità pensioni: le pensioni d’oro
Le pensioni d’oro saranno soggette a quello che è stato definito il “contributo di solidarietà“. In altre parole, verranno decurtate a vantaggio di chi percepisce una pensione inferiore. Chi attualmente ha una pensione pari a 120 euro annui (lordi), perderà nei prossimi 5 anni 2 mila euro netti. Il taglio aumenta con l’aumentare della pensione, pertanto perderanno 6 mila euro coloro che attualmente ne percepiscono 150 mila annui, 22 mila euro chi ha una pensione di 200 mila euro e così via a salire.
Novità pensioni: quota 100
Tecnicamente, la tanto agognata Quota 100 non sarà effettiva prima di metà gennaio, e potrà accedervi solo chi ha maturato almeno 38 anni di contributi e 62 anni di anzianità entro il 31 dicembre 2018. Se si rientra in tali parametri, si potrà andare in pensione a partire dal primo aprile 2019, altrimenti si dovranno attendere tre mesi.
Diverso il discorso per i lavoratori pubblici, i quali dovranno maturare i requisiti entro il 31 marzo prossimo e non potranno andare in pensione prima di ottobre. In questo caso le finestre successive di pnesionamento non sono previste a intervalli di 3 mesi, ma di 6.
Novità pensioni: riscatto della laurea
Sempre a seguito del decreto attuativo che dovrebbe vedere la luce a gennaio, dovrebbero poi essere introdotte agevolazioni di qualche tipo per il riscatto della laurea. Questa dovrebbe essere possibile per chi la iniziato a lavorare a seguito della riforma Dini (1996) e ha intenzione di riscattare totalmente o parzialmente gli anni di studio accademico o comunque quei periodi di alta formazione che non prevedevano contribuzione di sorta. Chiaramente, il riscatto sarà possibile solo versando il corrispettivo contributivo alle casse dello stato.