Com’era prevedibile, in questi giorni a tenere banco in quelle che sono le diverse anime dell’economia italiana (e degli italiani) è la legge di bilancio, che mercoledì prossimo dovrebbe arrivare in Parlamento. Negli ultimi giorni, non sono mancate modifiche anche sostanziali, e di nuove probabilmente ne arriveranno ancora fino al giorno dell’approvazione definitiva. Per il momento, possiamo dire cos’ha intenzione di fare l’attuale Governo con questa manovra.
Nuove tasse: in 2 anni oltre mezzo miliardo di euro al Palazzo
Aspettando i frutti del dibattito attorno alla Legge sulle semplificazioni fiscali per ora Lega e MoVimento 5 stelle ci fanno sapere che a partire l’anno prossimo i cittadini italiani dovranno pagare 190 milioni di euro per contribuire a quello che in maniera non estremamente trasparente viene definito “attuazione del programma di Governo“. Si tratta di un punto della manovra non finalizzato, quindi di base chi lo propone si riserva il diritto di non spiegare a cosa serviranno quei soldi (un po’ come avviene per i prestiti non finalizzati). Tale contributo salirà ulteriormente nel 2020, risultando in più del doppio di quanto previsto per il 2019. Fra due anni ammonterà infatti a 450 milioni di euro, e tale dovrebbe rimanere anche in quelli successivi.
Un’altra tassa che sicuramente si configura come nuova è quella sulle ripetizioni. Infatti i professori che ne impartiranno dovranno detrarre il 15% da quanto percepito, il che si trasformerà inevitabilmente in un aumento dei costi delle lezioni private.
Se da un lato sono confermati i tagli a partire dal 2020 all’editoria e alla Tv, dall’altro viene risistemato il modo di finanziare il comitato Olimpico. Il Coni potrebbe infatti essere smembrato in due branche, una dedicata ai servizi e una allo sport e alla salute, con le cariche dei due vertici che non potranno essere compatibili. Alle nuove organizzazioni andranno circa 370 milioni di euro l’anno, 260 di quali dovranno essere utilizzati per finanziare le tante Federazioni sportive disseminate sul territorio nazionale.
Infine, si segnala l’intenzione del Governo di continuare a tagliare gli stipendi dei politici. A partire dal prossimo anno dovrebbe toccare ai regionali. Lo Stato però non può agire direttamente sulle politiche interne delle Regioni, pertanto si preannunciano dure sanzioni a quegli enti che non accoglieranno il “suggerimento” pervenuto da Roma.