Molti utenti si saranno resi conto dell’aumento delle tasse sulle bollette energetiche. Secondo le Autorità competenti molte imprese energetiche che pagano la Robin Tax sembrano rifarsi sui consumatori, applicando tasse e violando così al legge. È quello che denuncia l’Autorità per l’energia che ha segnalato 199 casi, per un totale di 1,6 milioni di incremento dovuti all’effetto prezzo a tali da costituire una possibile violazione del divieto di traslazione.
A proposito di ciò, la legge vieta esplicitamente alle imprese di traslare gli oneri della maggiorazione d’imposta sui prezzi al consumo, a totale danno dell’utenza. Per controllare ed evitare ciò l’organi addetto alla vigilanza è L’Autorità per l’energia elettrica e il gas che ha il compito di vigilare “sulla puntuale osservanza della disposizione” così come stabilito dalla legge italiana. L’Authority per legge svolge proprio l’attività di controllo per quel che riguarda la Robin Tax, in altre parole, l’addizionale Ires imposta alle imprese di energia nel giugno 2008.
Questa imposta non può in nessun caso essere traslata sull’utenza finale e quindi sul consumatore, quindi né in bolletta né sul carburante. Solo nel 2011 la Robin Tax ha fruttato per lo Stato ben 1,457 miliardi di euro, 930 milioni in più rispetto all’esercizio precedente. La quota è stata raggiunta grazie all’incremento dell’aliquota, all’estensione del tributo alle energie rinnovabili e alle società di rete. Il contributo maggiore è stato quello del gruppo Eni.