Il 31 luglio è la data ultima per pagare le cartelle Equitalia rottamate (o la prima rata delle stesse). Assolutamente non bisogna sforare e non è possibile andare oltre questa data, che al 90% non verrà più rimandata.
Entro la fine di questo mese chi ha raggiunto un accordo con Equitalia deve necessariamente pagare e ha poche altre opportunità, ma chi rischia cosa non paga?
Cosa succede se non si paga la rottamazione cartelle con scadenza 31 luglio
Il rischio è quello di non poter più usufruire delle agevolazioni previste dalla rottamazione.
Ci sono diversi modi per poter pagare la prima rata della rottamazione delle cartelle di Equitalia, a partire dall’addebito diretto in conto corrente fino alla domiciliazione bancaria, senza dimenticare le carte tipo Postepay, oppure direttamente online tramite il sito web dell’Agenzia di Riscossione o tramite l’app.
> Rottamazione cartelle Equitalia 31 luglio
Se non si paga si dovrà dire addio, come detto, alle agevolazioni, dunque si finirà per dover fare i conti al 100% con Equitalia, esattamente come se non si avesse avuto accesso alla rottamazione.
Se nei giorni più vicini alla data del 31 luglio non si è ancora ricevuta la cartella di riscossione, o comunque la si è smarrita, è compito del cittadino chiedere copia della comunicazione, che riporta anche la cifra precisa da pagare.
Inoltre, grazie al servizio “ContiTu” è possibile pagare una parte delle cartelle, qualora non si riuscisse a pagarle tutte al 100%.
Quali sono le cartelle che possono essere sanate con rottamazione?
Le cartelle che possono essere sanate tramite rottamazione sono, lo ricordiamo, le seguenti:
- imposte, inclusi i tributi regionali e comunali
- avvisi di addebito Inps
- avvisi di accertamento esecutivi che sono emessi dall’Agenzia delle entrate.
- per quello che riguarda le multe o comunque delle violazioni del Codice della strada, la quota sanabile è quella che riguarda le somme aggiuntive alla sanzione e agli interessi.
E quali, invece, le cartelle che NON possono essere sanate?
Le cartelle che non possono essere sanate, al contrario, sono:
- accise e dazi;
- iva all’atto dell’importazione;
- crediti che derivano da condanne alla Corte dei Conti;
- recupero di aiuti statali;
- multe e sanzioni che sono previste dopo dei provvedimenti legati a sentenze penali di condanna.