Le sigarette elettroniche tornano ancora una volta sotto l’occhio del ciclone, questa volta una critica arriva dagli Stati Uniti ed è mossa da due legislatori del Connecticut che hanno fatto sapere proprio ieri al Congresso USA che c’è bisogno di avere delle bottiglie “a prova di bambino” per quanto riguarda la nicotina liquida usata per le sigarette. L’obiettivo è quello di proteggere i più piccoli da un eccesso di curiosità, in considerazione del fatto che nel paese “a stelle e strisce” il numero di intossicazioni segnalate proprio per la nicotina liquida è aumentato di otto volte dal 2011 ad oggi: 3 anni fa sono stati segnalati 271 casi, mentre quest’anno (fino ad ora) ben 2.313 [1].
David Sutton, portavoce di Altria Group, che produce e vende sigarette elettroniche, ha fatto sapere che la sua azienda usa bottiglie non ricaricabili, per questo motivo non apribili, che l’utente dovrà solo buttare una volta finite.
In Italia, nel frattempo, è recente la notizia che [2] sono state chiuse le indagini su due aziende del torinese che erano state accusate di commercializzare dei prodotti rischiosi per la salute. Il punto di partenza delle indagini condotte dal PM Raffaele Guariniello è quello di tre sostanze contenute nelle temute e-cig: acroleina, t-butilbenzene e acetaldeide. Le sigarette elettroniche in questione sarebbero state importate dalla Cina e le tre sostanze di cui sopra sarebbe potenzialmente cancerogene.