La Sla avrebbe un nemico Epo il nome del medicinale in grado di rallentare la terribile malattia. Il paradosso? Epo, se usato dagli sportivi professionisti, viene considerato doping.
In un Convegno medico, oggi il direttore scientifico dell’Arisla (fondazione Italiana per la ricerca sulla Sla) Giulio Pompilio ha mostrato i risultati della ricerca eseguita con l’Istituto neurologico Besta di Milano. Secondo gli studi effettuati dalle equipe di scienziati, la proteina Epo potrebbe rallentare la progressione della Sclerosi Laterale Amiotrofoca. Partirà adesso una sperimentazione durante la quale la proteina verrà somministrata a pazienti ai fini di scoprire anche le giuste posologie. Ma come funziona il farmaco Epo? La proteina contenuta nel medicinale ha la capacità di aumentare la produzione di globuli rossi nel sangue ritardando l’insorgere della malattia.
La geniale intuizione di utilizzare questo tipo di proteina nella cura della Sla è merito di uno studio antecedente che certifica la capacità di questo medicinale di bloccare la degenerazione dei neuroni, proteggendoli dalla decadenza della malattia. Lo studio dell’istituto Besta è mirato a chiarire i meccanismi dell’Epo per poter individuare gli indicatori di progressione. Ma non solo questo progetto è stato presentato oggi dall’Arisa. Altri 7 studi sono infatti all’ordine degli scienziati. Uno di rilevanza tra questi, è probabilmente lo studio sule Staminali Ringiovanite. In questo caso sono le cellule della pelle protagoniste nella cura. Vengono ringiovanite e trasformate in cellule staminali. Un altro progetto degno di nota è quello legato alle cellule staminali neuronali fetali che prevede un vero e proprio intervento chirurgico con impianto delle cellule fetali nel midollo del paziente.