Cattive nuove per gli imprenditori italiani. Nonostante le nuove detrazioni al 730 introdotte con l’ultima legge di bilancio, oggi chi fa impresa in Italia contribuisce a versare nelle casse dell’erario circa 101,1 miliardi di euro l’anno.
È quanto emerge da una recente indagine condotta da CGIA, l’importante associazione Associazione Artigiani e Piccole Imprese che ha recentemente divulgato i risultati dello studio di settore.
Secondi solo all’Olanda
Secondo quanto emerge dal report, in questa particolare classifica l’Italia è dietro solo ai Paesi Bassi (nonostante da quelle parti il rapporto costo / qualità della vita sia risaputamente migliore rispetto a quello del BelPaese).
In Olanda per gli imprenditori la percentuale sul totale del gettito fiscale è pari al 14,2%, a fronte però di un totale versato allo Stato di 38 milioni e 898 mila euro. La differenza con l’Italia è di solo lo 0,1% (14,1% da noi), sebbene per il Fisco italiano a fine anno il totale del prelevamento superi i 100 miliardi.
In totale, più soldi di noi li versano solo i tedeschi (150 miliardi e 593 milioni) ma le ricadute sulla singola azienda non sono superiori al 12,3%. Anche in Francia – in senso assoluto – si versa di più (104 miliardi e 43 milioni di euro), ma ogni imprenditore d’oltralpe contribuisce solo con il 10,2% sul totale del gettito fiscale.
Con la Germania al quinto e la Francia al nono posto, completano la classifica il Belgio (3°, 13,2%), Austria (4°, 12,3%), Spagna (6°, 11,6%), Regno Unito (7°, 11,4%), Portogallo (8°, 10,6%) e Grecia (10°, 8,5%).
Fisco tasse imprese: due punti oltre la media europea
Impietose anche le stime in riferimento alla media dell’Unione Europea. Tirando la linea, gli stati membri versano mediamente l’11,8% (12% se ci limitiamo alla zona Euro) rispetto al nostrano 14,2%, ma il dato più eclatante è quello del valore versato in senso assoluto.
Includendo il Regno Unito, i 10 Paesi considerati nell’indagine versano complessivamente 618 miliardi e 827 milioni di Euro, di questi 101 sono italiani, circa il 15%, percentuale di poco superiore a quelle di Grecia, Portogallo, Austria, Paesi Bassi e Spagna messi insieme.