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Vaccino contro la Meningite B, in arrivo

Il vaccino contro la Meningite B è finalmente è in arrivo. L’Agenzia Europea dei Medicinali (EBA) ha dato il via libera alla commercializzazione, dopo 20 anni di studi, di questo vaccino che potrebbe finalmente mettere la parola fine a questa malattia ancora molto, troppo, diffusa. Solo nel nostro continente colpisce 1 persona al minuto e, anche con le giuste cure, 1 persona su 10 muore. Addirittura, se non “scovata” in tempo, la meningite B è letale nel giro di 24 ore e, pur sopravvivendo, 1 persona su 5 ha danni permanenti che vanno dalla perdita dell’udito fino alla disabilità permanente a causa dei danni cerebrali ricevuti.

La notizia è stata accolta con grande clamore e piacere praticamente ovunque in Europa. Nel Regno Unito, ad esempio, dove questa malattia colpisce 1.870 persone all’anno, il vaccino contro la Meningite B è stato accolto come “la più grande scoperta scientifica degli ultimi 30 anni“. Ne parlano praticamente tutti i più grandi quotidiani britannici, dal Telegraph fino al Guardian. In Spagna ne parla El Mundo, affermando che “la popolazione in genere non lo sa, ma per i dottori e per i pediatri è una buona notizia“.

Il vaccino contro la Meningite B può essere somministrato praticamente a tutti, dai bambini di almeno 2 mesi fino agli anziani, senza alcun pericolo. Ci sono 12 sierogruppi di meningococchi, ma solo cinque di essi possono causare delle epidemie. Fino ad ora, l’Europa ha avuto i vaccini per la protezione contro i tipi A, C, W135 e Y, ma mai nessun vaccino era stato approvato prima il tipo B di Meningite, che invece è l’agente patogeno più diffuso del continente. Questo tipo di meningite colpisce soprattutto neonati e bambini piccoli, ma possono soffrirne anche bambini più grandi ed adulti.

Andrin Oswald, direttore della divisione “vaccini” di Novartis, l’azienda che ha realizzato e che venderà questo prodotto, ha detto che sono “orgogliosi dei progressi significativi rappresentati dal Bexsero all’interno del campo di sviluppo dei vaccini per quella che fino ad ora era stata una malattia molto difficile. Per oltre due decenni i nostri ricercatori e medici hanno diretto i loro sforzi nella ricerca di una soluzione“.