Un concorso così non si registrava dal 1999. A distanza di 13 anni, torna, infatti, il maxi concorso per la scuola che tende a riempire gli 11.542 posti e cattedre a disposizione. Per gli oltre 300.000 concorrenti, si è tenuta in questi giorni la prova preselettiva. I candidati di tutta Italiana hanno dovuto affrontare la prova, che risultava articolata in 50 quesiti da risolvere in un tempo di 50 minuti.
Nonostante l’affluenza si sia stata inferiore al previsto, il ministero dell’istruzione si ritiene soddisfatto. La quota degli ammessi ammonta al 30% e questo dato secondo il ministero dimostra “l’accessibilità del test” e garantisce “la piena funzionalità della prova”. Questo, per rispondere alla accuse mosse dalla moltitudine dei partecipanti che hanno visto in questa prova un metodo di esame non idoneo, in quanto non farebbe emergere e non farebbe esprimere a pieno la preparazione personale del candidato. In particolare, questo test non sarebbe idoneo per valutare la professionalità di quei docenti che insegnano da anni, dopo aver conseguito l’abilitazione.
Il ministero, ha poi riferito che non sono stati segnalati errori o problemi del sistema organizzativo, costato all’incirca 1 milione di euro. Soltanto in un istituto di Pescara, la prova è stata ripetuto a causa di un black-out. L’intera organizzazione ha potuto contare sulla disponibilità di 2.250 aule e di 50 mila computer. Solo quattro sono le regioni in cui si è registrata una percentuale di ammessi superiore al 40%. In testa la Toscana con il 44% di ammessi, segue la Lombardia con il 41,1%, subito dopo Piemonte con il 40,9 e Liguria con il 40, 4%.