Che sarebbe stata dura, lo si sapeva, ma nessuno poteva immaginare una partita del genere da parte degli Strama-boys, surclassati dal Tottenham dal punto di vista del gioco, ma soprattutto fisico. Ancora nette le difficoltà di Stramaccioni a dare un gioco a questa Inter, con modulo e interpreti quantomeno discutibili.
L’Inter si presenta al White Hart Lane con Zanetti, Ranocchia, Chivu e Jesus in difesa, Cambiasso e Gargano davanti alla difesa, Cassano punta centrale davanti a Alvarez, Kovacic e Pereira. Palacio e Guarin in panchina. Il Tottenham è quello annunciato alla vigilia. I primi 20′ sono da incubo per l’Inter: al 6′ Bale (ammonito, non ci sarà a San Siro) svetta su Cambiasso e deposita in rete un delizioso cross di Sigurdsson, al 18′ è lo stesso Sigurdsson a raddoppiare. L’islandese è il più lesto a raccogliere la respinta di Handanovic sul tiro di Defoe. L’Inter è già al tappeto. Il 3-0 arriva al 53′: lo firma Vertonghen, di testa, su calcio d’angolo.
Gli unici segnali di vita per l’Inter arrivano da Alvarez, al 42′, che a tu per tu con Friedel, spara al lato il diagonale del possibile 2-1, e da Palacio (entrato nella ripresa). Il trenza si fa ipnotizzare dal portiere del Tottenham.
Tra una settimana, a San Siro, servirà un miracolo per centrare i quarti di finale.