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Vaccino per il virus della zanzara tigre (Chikungunya), i Primi Passi sono stati già fatti

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Da qualche giorno si sta tanto parlando in Italia del virus Chikungunya a causa del fatto che un turista residente a Soliera ha contratto la malattia dopo aver fatto una vacanza in un paese tropicale. Oggi è stato l’ultimo dei tre giorni in cui il comune modenese si è impegnato a disinfestare alcune aree della città per evitare rischi di contagio, anche se sono stati esclusi dal comune stesso.

Ora degli studi affermano che è stato fatto il primo passo per poter ottenere il vaccino per la Chikungunya, una malattia trasmessa dalla zanzara tigre che, solo nel 2014, ha infettato più di mezzo milione di persone nell’emisfero Ovest. Negli USA si ritiene che esso sia stato portato in 43 diversi stati (su 50 in totale) da circa 600 persone diverse. Secondo la fonte [1], lo studio interessa un ristretto numero di persone (solo 25) ed è ancora in uno stadio sperimentale, ma i primi risultati sono stati promettenti sia in termini di sicurezza per l’uomo che di risposta del sistema immunitario [2].

Fino allo scorso anno il virus poteva essere trovato solo in alcune parti dell’Africa e dell’Asia,da dicembre 2013 si è cominciato a diffondere anche sull’isola St. Martin dei Caraibi e da lì si è esteso ad altre isole caraibiche, fino all’America Centrale e al Sud America. A luglio è arrivato in Florida (dove ci sono stati almeno 138 casi) e nello stato di New York (dove invece i casi riportati sono stati 96). Qualche giorno fa è arrivato per la seconda volta anche in Italia.

Come funziona il vaccino?

Poiché fino ad ora nessun vaccino è esistente per il virus del Chikungunya, i ricercatori del National Institutes of Allergy and Infectious Diseases di Bethesda ne hanno cominciato a sviluppare uno partendo da particelle sintetiche. Tali particelle non contengono virus, dunque non sono pericolose, ma questo il corpo non lo sa. Pertanto, con l’iniezione del virus vengono prodotto gli anticorpi che evitano la possibilità di contrarre la malattia. Si pensa che il vaccino possa offrire una protezione a lungo termine.

Tra gli effetti collaterali, dei 25 pazienti “sperimentali”, 10 hanno riportato stanchezza, nausea o mal di testa, ma in generale è stato fino ad ora sicuro.

Fonti:

[1] www.npr.org
[2] www.thelancet.com